Quando la compiacenza viene intesa come educazione o empatia.
Per la Risorsa la compiacenza, spesso, è sinonimo di educazione o, peggio ancora, di empatia. E si sa che il leit motiv del teleseller- neofita, junior o senior- è: bisogna essere empatici con il cliente. A partire da questa convinzione, fondata su un significato distorto di empatia, la compiacenza spesso diventa la protagonista della trattativa, con ciò che ne consegue in termini di insuccessi o comunque di dispersione di tempo ed energia. La compiacenza a volte non impedisce alla Risorsa di essere efficace ma certamente la rende inefficiente. E l'inefficienza, a medio termine, si paga: il logorio fisico e mentale diventa inefficacia.
La compiacenza ha profonde radici nell'immaginario della Risorsa e alberga fortemente nel suo sistema valoriale, oltre che in quello linguistico e semantico. Pertanto le si chiede un impegno non da poco quando le si sollecita il riconoscimento la distanza tra educazione o empatia, da una parte, e compiacenza, dall'altra. È un mutamento di punti di vista che spesso viene vissuto come messa in discussione dell'intero sistema di valori. Se non del proprio carattere.
Eppure si tratta di un impegno che vale la pena assumere sia per la Risorsa che per il TL: non c'è niente di meno professionale - di non professionale - di una modalità compiacente. Nulla è più incoerente con il contesto e, perciò, improduttivo e disfunzionale.