leggere, con lo sguardo sul presente
"Figure immaginarie, quelle di Dostoevskij, che dunque, per contrasto, ci rinviano al nostro accontentarci, a volte, della mediocrità, delle mezze porzioni, dell'approssimazione, della semplificazione di fatti e concetti, invece, complessi. Che ci rimandano al nostro essere pronti a giustificarci, a non riconoscere la responsabilità delle nostre azioni, a non affermare, quando necessario, «sì, ho sbagliato, sono io il responsabile, non sono competente, non sono capace, ho bisogno di imparare …»"
2023
"Come possiamo non capire che le parole, tutte, hanno un peso? Che rappresentano cose e, dunque, sono esse stesse cose?
Come possiamo non sapere che, una volta dette, le parole producono effetti, che perciò non esistono parole vuote, inutili, e che la cosa più stupida -e pericolosa-che si possa pensare e dire è sono solo parole?
Come possiamo non capire che le parole non servono soltanto a riempire brevi intervalli di tempo? A colmare vuoti?"
2024
"... l'assurdo è quel fatto, indesiderato e imprevisto, fuori da ogni logica e, dunque, estraneo al normale fluire degli eventi. L'assurdo è inteso come una sorta di inciampo nel procedere naturale dell'individuo verso la realizzazione del senso della propria esistenza, della perfezione, della felicità"
2024
"Così, seguitando, sprofondai in quest'altra ambascia: che non potevo, vivendo, rappresentarmi a me stesso negli atti della mia vita; vedermi come gli altri mi vedevano; pormi davanti al mio corpo e vederlo vivere come quello di un altro", p. 39.
Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila (1926), Giunti, 2017.
2025
"Nel mondo a cui appartengono i protagonisti di Il Trentesimo anno di Ingeborg Bachmann le parole contano più dei fatti: solo attraverso le parole quei fatti sono riconoscibili e interpretabili. Pertanto, se e quando i significati diventano troppo sfumati, anche la realtà, inevitabilmente, rischia di apparire meno definita"
2024
